giovedì 2 settembre 2010

PAIM Franchi: preoccupazione per la sorte delle Officine e per la sostenibilità del progetto di recupero. L'azienda dia maggiori garanzie

Il consiglio comunale del 30 agosto ha approvato l'adozione del PAIM dell'area Franchi. Malgrado il lodevole tentativo dell'assessore Livieri di marcare un cambiamento di certi comportamenti amministrativi, che noi abbiamo sempre criticato nel passato, i fatti ci dicono che cambiano le maggioranze ma tempi, modalità e modi di fare, nel caso di importanti decisioni urbanistiche, rimangono sempre quelli. Sarebbe infatti stata necessaria una variante generale al PRG ed invece dopo un mese dalla presentazione pubblica e senza nessun momento vero di confronto con la città il piano è stato adottato. Anche noi siamo convinti che il recupero dell’area sia necessario per una ricomposizione urbana della città ma non possiamo non segnalare degli elementi di criticità rispetto a quanto fatto finora. Innanzitutto la preoccupazione più grande riguarda la sorte della Franchi, presso la quale lavorano circa 60 persone. Visto che non esiste nessun impegno vincolante per la proprietà di effettuare la delocalizzazione ad Ospedalicchio e che il comune per agevolare questa operazione ha trasformato circa 22 ettari di territorio da industriale a residenziale, commerciale e direzionale, prevedendo costruzioni per 226 mila mc, con un plusvalore di svariati milioni di euro, chiediamo all’amministrazione che il progetto venga definitivamente approvato solo quando l’azienda avrà dato segnali concreti di voler effettivamente aprire il nuovo stabilimento. Ci risulta inoltre che la situazione interna non sia delle migliori con reparti chiusi, ferie forzate, niente premi produzione e soprattutto tanta paura tra gli operai che l’operazione non vada in porto. Crediamo sia giusto che l’azienda ora dia garanzie di voler continuare l’attività, perché non sarebbe tollerabile un’operazione speculativa sulle spalle dei lavoratori e della città, e su questo scontiamo una indifferenza politica sconcertante da parte dell'attuale maggioranza.
Il secondo elemento di criticità riguarda la destinazione di almeno un’area del comparto ad edificazioni scolastiche, che noi riteniamo essenziale per la programmazione di lungo termine del nostro comune, per il semplice motivo che la ristrutturazione delle aree dismesse a ridosso del centro (Franchi, Petrini ed ex-mattatoio) potrebbero portare a Bastia circa 2000 persone in più.
Per quanto riguarda il verde, ovvero il parco tematico, così disegnato ci pare l'ennesima colata di cemento mascherata e riteniamo invece che esso debba rispettare di più la sua naturale funzione e sia dotato di infrastrutture aderenti alla vocazione del parco stesso. In merito alla viabilità il progetto è sicuramente di buon livello ma sarà opportuno verificare nello specifico le piste ciclabili ed i percorsi pedonali che devono essere indipendenti, cosa impossibile da verificare allo stato della documentazione pubblica finora prodotta.
Infine, altro elemento di grande preoccupazione riguarda la fattibilità stessa del piano, che, ci dicono, comporta un investimento (per noi sottostimato) di 170 milioni di euro. I comparti attuativi sono troppi per dare alla pubblica amministrazione garanzie sulla continuità indispensabile all'attuazione del progetto di ristrutturazione, con tempi che rischiano di diventare biblici e protrarsi oltre i 15 anni. Pertanto ne chiediamo la riduzione almeno a sei. Non possiamo inoltre non denunciare un fatto gravissimo. Dal momento che il cuore di una ristrutturazione di queste proporzioni è rappresentato dalla convenzione pubblico privato, adottare e discutere del piano senza avere a disposizione la convenzione, come è avvenuto in consiglio comunale, è come dare carta bianca all'amministrazione e al privato sulla effettiva attuazione della stessa, svuotando la funzione essenziale di dibattito, proposta e verifica politica del consiglio comunale.

Bastia, 2/09/2010

Amelia Rossi
Angelo Arcangeli