venerdì 30 luglio 2010

No all'ulteriore cementificazione dell'area verde di Via Irlanda. Tradita l'effettiva volontà dei cittadini

Durante l’incontro pubblico che si è svolto ieri sera nella Sala Consiliare del Comune di Bastia il Sindaco ha ribadito la volontà dell’amministrazione di realizzare un istituto comprensivo nel quadrilatero dell’area “ex-Deltafina” senza escludere la possibilità di collocare l’edificio nella zona verde di via Irlanda. L’area interessata sarebbe quindi quella compresa tra l’attuale verde pubblico attrezzato e le tre palazzine recentemente costruite. In merito a questo, come circolo di Rifondazione Comunista di Bastia esprimiamo la nostra più totale contrarietà a tale previsione che sembra non tenere in considerazione le reali volontà ed esigenze dei cittadini della zona e di quanti hanno sottoscritto l’appello per le scuole nell’area ex Deltafina. Una richiesta che in campagna elettorale è stata strumentalizzata e fatta propria dal centro destra e che oggi viene non correttamente reinterpretata dall’amministrazione. I cittadini quando chiedevano le scuole nella Deltafina pensavano sicuramente al recupero degli essicatoi, alla ristrutturazione di un edificio importante e significativo per la storia di Bastia, recupero che tutti noi auspicavamo data la bellezza e la posizione degli edifici stessi. Ad oggi gran parte di questi edifici sono stati distrutti, si minaccia la demolizione della casette disegnate da Renzo Piano e addirittura si prevede di realizzare la scuola al di fuori di questo spazio perché dentro risulta impossibile. Vorrei ricordare all’amministrazione che la volontà vera dei cittadini che hanno partecipato alla marcia di protesta del 2007 era quella di denunciare la troppa cementificazione della città e il poco rispetto del verde. La battaglia dei cittadini residenti è sempre stata quella di difendere il più possibile le aree ancora verdi della zona e chiedere una sistemazione delle stesse, oggi lasciate al degrado sia nella parte pubblica che in quella privata. Risulta inoltre incomprensibile la netta chiusura rispetto ad ogni ipotesi di posizionare la scuola media o un istituto comprensivo nell’area Franchi, oggetto di un progetto di recupero così vasto e complesso da rendere assolutamente doveroso e opportuno un confronto con la città più aperto, partecipato e trasparente.

Amelia Rossi
Segreteria PRC Bastia, circolo Rosanna Cipolla
30/07/2010

giovedì 22 luglio 2010

Acqua pubblica: raccolte un milione e 400 mila firme. 15 mila in Umbria.

Consegnate in Cassazione un milione e 400mila firme. E' record!
Oggi, lunedì 19 luglio, il Comitato Promotore dei Referendum per l'acqua pubblica consegna oltre un milione e quattrocentomila firme presso la Corte di Cassazione.
Un risultato che segna un passo importante nella storia della democrazia e della partecipazione in questo Paese. Nessun referendum nella storia repubblicana ha raccolto tante firme.
La sfida che il comitato promotore ha davanti è quella di portare almeno 25 milioni di italiani a votare tre “sì” la prossima primavera, quando si terrà il referendum contro la privatizzazione dei servizi idrici. Un risultato che oggi, alla luce del “risveglio democratico” a cui si è assistito nei mesi della raccolta firme, sembra assolutamente raggiungibile.
Adesso chiediamo al Governo di emanare un provvedimento legislativo che disponga la moratoria degli affidamenti dei servizi idrici previsti dal Decreto Ronchi almeno fino alla data di svolgimento del referendum. Chiediamo inoltre alle amministrazioni locali di non dare corso alle scadenze previste dal Decreto Ronchi. Un milione e quattrocentomila firme rappresentano una delegittimazione di qualunque scelta tesa ad applicare il Decreto, a maggior ragione per quelle amministrazioni che vogliono addirittura anticiparne le scadenze.
Il prossimo appuntamento del popolo dell'acqua è il prossimo 18 e 19 di settembre, quando, probabilmente a Firenze, si terrà l'assemblea dei movimenti per l'acqua.

Roma, 19 luglio 2010